Progetto Demos: "Dalla necessità alla Virtù"

RIFLESSIONI

di Aldo Laurenzi

 

   Ecco che mi ritrovo a descrivere il pensiero dedicato alla necessità che vive della virtù, non perchè voglio associare questa parola alla nostra tradizione anche se la definizione collima in questo caso con il giorno ricorrente, ma perchè in una fase di respiro tra quello che abbiamo vissuto e quello da vivere ancora e da affrontare, mi fermo un attimo mi siedo e faccio il punto della situazione.

   Dunque cosa è diventata per me virtù, quale circostanza è stata di aiuto per decretare un minimo salto di qualità, un passo avanti per capire, per comprendere o per apprezzare...

   Senza ombra di dubbio questi mesi di ritenzione accompagnati da brevi uscite quelle necessarie, hanno fatto si che io potessi sforzarmi accettando la sostanza di quanto stabilito sia in termini di ordinanze sia in termini di osservanza verso il valore civico, ma non è tutto qui, sono affiorati ed anche in breve distanza temporale risvolti che mi hanno portato alla riscoperta di cose molto fondamentali credo.

   Dapprima la repulsione nei confronti la comunicazione, quel tipo di comunicazione che messa in un contesto sereno senza la minaccia di un virus assassino, sarebbe stata quella di sempre proprio per il fatto che socializzando in modo concreto e reale, mi sentivo come appagato da qualcosa manifestato così come l’ho sempre vissuto, un incontro tra amici, una stretta di mano, un abbraccio non so...tutto quello che non avrebbe conosciuto limite umano. A seguire, la mancanza di tutto questo si sostituisce con l'unica sconsolata considerazione di un social che fino a ieri si mostrava asettico, privo a volte di sentimenti o persino freddo.

   La riscoperta o meglio chiamarla sorpresa infatti è stata quella di aver visto pulsare questo social, quella di aver a volte toccato con mano la disperata voglia delle persone in genere di comunicare, chi in un modo chi in un altro

Chi parlando a se stesso chi parlando con il cuore in mano.

   In un modo o nell'altro si è dato vita ad un comportamento reiterando nella trasmissione più accurata delle nostre cose, dei nostri momenti, dei nostri sentimenti, della nostra musica, della nostra poesia, della nostra vita e della nostra disperazione.

   Ho visto il volto di ciò che avrei voluto vedere da tempo, lo stare insieme sprigionando quelle energie composte da mille tributi che a volte hanno bucato persino lo schermo concedendosi in pieno alla meravigliosa realtà virtuale.

  Seconda cosa la famiglia. Mi è sembrato infatti molto strano che in questo periodo io potessi reggere nell'equilibrio per quanto io possa essermi sforzato, poichè gli spazi ed il conseguente contatto con la famiglia hanno contribuito ad apprezzare molto di più le intenzioni rivolte alle comprensioni o alle incomprensioni.

   Il rapporto di crescita sta anche dentro una certa formula di adattamento dentro le situazioni o circostanze che paradossalmente, come lo stato di questa emergenza sanitaria presenta, ti porta a giocare più in difesa su tutti i fronti, essendo conduttore o conduttrice di livelli di forzata positività, pensando di esserlo al contempo con tutti e di trasmetterla ai figli. Anche qui sorprendendomi ogni giorno invece, ho constatato l'esatto contrario e cioè questa forza concessa ma anche data, da coloro che ritenevo più fragili o più deboli. Macchè è stato come alimentare un reattore nucleare, uno scambio di energie transizioni ultra veloci che non hanno fatto altro che tenerci vivi uniti e compatti dopo le difficoltà iniziali ed io per questo non terminerò mai di esserne grato.

   Credo infine nel nostro karma, credo nella decisione a volte incosciente di lasciarci andare verso una certa rinascita spirituale, parte interiore e remota di tutti noi che ci accompagna comunque, sempre, ci sussurra la via migliore da prendere.


  pubblicato il 01/05/2020
  Aldo Laurenzi,

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