Progetto Demos: "Dalla necessità alla Virtù"

GLI AFFETTI PIU’ CARI

Di Rosalba De Gregorio

 

   La televisione accesa la solita sfilza di numeri che giorno per giorno ci informano sull’andamento dei contagi, dei morti, dei guariti.

   Il telefono squilla la mia più cara amica che mi telefona da Milano, il marito tre giorni fa è stato ricoverato contagiato da CORONA VIRUS, “ ci ha lasciati una crisi improvvisa, non ce l’ha fatta” sprofondo in un baratro e…… rivivo le emozioni di due anni fa quando la stessa telefonata l’ho fatta io a lei quando anche mio marito se n’è andato.

   Mi rivedo ad accarezzarlo, coccolarlo circondata dalle persone a me più care: le mie figlie, i nipoti, i parenti, gli amici che mi consolavano con parole di conforto, di stima, di affetto, tutti stretti in un unico abbraccio che sembrava alleviare quel senso di vuoto immenso che si era creato dentro di me. La Chiesa, il funerale, il ricordo pieno di tenerezza letto dal pulpito dall’amico più caro, il cesto di fiori ai piedi del feretro dimostrazione di affetto da parte degli amici di Milano che non erano potuti venire.

   E ora penso a loro i miei amici più cari su a Milano: lui se n’è andato in un freddo letto di ospedale, solo da giorni, senza la vicinanza delle persone a lui care e lei a casa senza nessuno, sola ad assistere la madre di 98 anni allettata, in QUARANTENA perché moglie di un contagiato “ La signora è asintomatica, sa i protocolli per il momento non ci permettono di fare i tamponi….”.

   I figli lacerati tra il desiderio di voler varcare quel portone per poterla abbracciare, per consolarsi insieme stretti da questo dolore così grande, e la necessità di dover evitare ogni contatto, bisogna salvaguardare la salute di se stessi e dei propri figlioli.

   Non un fiore, non un abbraccio, una preghiera, solo SOLITUDINE e DISPERAZIONE.

   Adesso la sfilza di numeri che il televisore continua a trasmettere sono per me una moltitudine infinita di persone, uomini donne ragazzi, dai volti rigati di lacrime segno di un dolore profondo disperato che nessuno è in grado di sentire.


  pubblicato il 04/04/2020
  Rosalba De Gregorio,

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